martedì 1 luglio 2014

Si "Manga" chi può!

Buonasera a tutti, o forse dovrei dire buonanotte! 。:゚(。ノω\。)゚・。

Da un paio di settimane la notizia che il Giappone ha vietato la pedo-pornografia, ma non per i manga, sta facendo scalpore...e sinceramente in giro vedo solo persone ignoranti parlarne. Un esempio?!?
Parlo di lui, del "genio" che ha scritto questo articolo:
L'ignoranza è una cosa, ma essere chiamati professionisti e poi scrivere merda (fatemela passare) ne è un'altra! 
Secondo il "giornalista", i manga sono incentrati su storie sexy con bambini e la parola manga significherebbe letteralmente "immagini stravaganti"'?!?
Studio giapponese e posso dire per certo che tutto quello che ha scritto è frutto della sua mente malata e oramai irrecuperabile. La parola "manga" è composta da due ideogrammi 漫 e 画(まんが), il primo significa "fumetto" e il secondo "immagine", come potete vedere non ha nulla a che fare con quello che ha scritto l'autore.
Mettendo da parte l'articolo del suddetto, ho iniziato a sentire in giro che molte persone si lamentano del fatto che i manga siano stati salvati da questo divieto. Ricordo che la produzione e la distribuzione della pedo-pornografia era già vietata, in realtà ciò che il Giappone ha appena vietato è anche il solo possesso di tale materiale. Premettendo che non leggo il genere "shota", penso che tutto questo accanimento contro i manga sia un pò troppo eccessivo, è facile parlare male del prossimo non appena se ne ha l'occasione, quando in molti paesi invece c'è un alto tasso di pedofilia e non penso minimamente che un libro, un manga, possano influenzare una persona, solo chi è già malato mentalmente potrebbe esserne influenzato.
Mi ritrovo totalmente d'accordo con ciò che dice Simona Stanzani (traduttrice di manga molto popolari) che afferma appunto che si parlerebbe di criminalizzare la fantasia, nel momento in cui si richieda il divieto anche per i manga; ripeto non leggo gli "shota", perchè non amo il genere, ma penso che sia davvero eccessivo etichettare il Giappone come un paese insensibile e in cui non c'è il rispetto per i bambini e la loro infanzia. Prendo ancora in prestito le parole della Stanzani, "forse è proprio grazie alla libertà di fantasticare che la società giapponese denuncia un tasso di criminalità sessuale reale estremamente ridotto rispetto ad altri paesi".
おやすみ!

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